"Il seminatore uscì a seminare la sua semente..." (Lc 8, 5).
La XXI Domenica dopo la Pentecoste (della Parabola del Seminatore e dei Padri del Sinodo VII di Nicea), il seme della parola divina risuonò di nuovo nella lingua romena nel Vaticano. L’Associazione "Inocențiu Micu Klein" dei fedeli greco-cattolici romeni in Italia ha organizzato oggi, il 16 ottobre 2016, la celebrazione liturgica mensile nella "Cappella Ungherese" in Basilica San Pietro.
La Santa Messa è stata celebrata da Padre Marcu Valentin, il presidente dell'Associazione, e le risposte sono state date dagli studenti Daniel Cristea e Ioan - Ștefan Dumitraş, alunni del Pontificio Collegio Pio Romeno di Roma.
Nella sua omelia, padre Valentin ha spiegato ai fedeli presenti l'importanza della pulizia del cuore per coltivare il seme della parola di Dio. Questa parola può essere ricevuta solo attraverso il dialogo con Dio, un dialogo che ha il suo inizio in ascolto. Solo così ci "è dato di conoscere i misteri del Regno di Dio" (Lc. 8, 10).
La consapevolezza che abbiamo ricevuto il seme nel Mistero del Santo Battesimo è il primo passo nella missione della fecondità spirituale. Ma non l'unico. L’aumentazione della fede e la sua maturazione nei giardini delle nostre anime, paragonate con "la buona terra" (Lc. 8, 15) è particolarmente importante, ci rende seminatori. Questa trasformazione comporta una missione: per coltivare il seme nella vita di chi ci circonda, le anime di coloro che entrano in contatto quotidiano con noi.
Quindi dobbiamo lottare contro le tentazioni ed i peccati, di purificare il cuore e prepararci attraverso il Sacramento della Confessione per ricevere il seme. Perché, solo un cuore puro, un'anima purificata può ascoltare la Parola del Signore, fiduciosa che possa germinare e portare frutto a suo tempo.
"Perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato" (Giovanni 17, 8)
Ioan - Ștefan Dumitraș e Daniel Cristea